L’ARCHETIPO DEL CONCEPIMENTO. LA DECIMA SĔFIRŌT DI MALKUTH: IL DESTINO

Il Destino è la decima e ultima Sĕfirōt, il significato del numero 10 è quello di riassumere la legge di Ermete Trismegisto: “tutto ciò che è in alto e tutto ciò che è in basso” (l’1 e lo 0, rappresentano l’unione dello spirito e della materia). MALKUTH, nella Cabala ebraica, è il Regno di Dio, la sua manifestazione materica, l’obbedienza ai precetti fonda infatti il Regno sulla Terra.

Stranamente, per la nostra meditazione, l’ultimo archetipo diventa il secondo elemento del nostro percorso, subito dopo il Progetto Senso del Padre e rappresenta il vero e proprio CONCEPIMENTO del bambino. Infatti, se non realizzi il Progetto Senso del Padre (che è lo scopo del tuo legame al Clan ed il pegno della tua Lealtà Familiare) non puoi accedere alla tua vera libertà, quella di obbedire al compito che si è data la tua Anima.

La famiglia, che sembra il nostro limite più grande, in realtà ci viene donata come un elemento evolutivo nel lungo cammino dell’essere umano. Appartenere ad una tribù o ad un piccolo popolo che concepiva il singolo individuo come una cellula importante ma sacrificabile per la sopravvivenza dell’insieme, rendeva tutti sottomessi alle scelte del capo. Le conseguenze di quelle scelte trasformate in azioni ricadevano su ciascun componente. Quando emerge e si farà largo l’importanza della famiglia, quest’ultima comincerà a preservare il singolo componente dal destino della comunità intera, e a liberare anche la comunità dal destino negativo di una singola famiglia, aumentando le possibilità di sopravvivenza per tutti. Le storie rimaste in sospeso verranno relegate ai discendenti di quella famiglia, senza più coinvolgere l’intero gruppo in cui era inserita.

Torniamo al significato di questa Sĕfirōt: chi non onora la propria Famiglia e non realizza il Progetto Senso del padre, viene completamente inglobato nel DESTINO del proprio clan ed in qualche modo “obbligato” ad obbedire alla Lealtà Familiare Inconscia.

E’ questo il motivo per il quale il PROGETTO SENSO va letto in concomitanza con IL DESTINO. Nella nostra esistenza andiamo a mettere in atto e a creare materia intorno al progetto senso di nostro padre, che sono semplicemente i suoi pensieri costanti e reiterati nei nove mesi che anticipano il nostro concepimento, quando neppure una piccola idea di noi poteva esistere. E dunque se non comprendiamo e onoriamo quel progetto senso, se gli andiamo contro con tutte le nostre forze e non vogliamo obbedire a quel segnale preponderante nel nostro inconscio, allora siamo designati a vivere il nostro Destino. Il padre ha creato nella sua mente inconscia il Progetto Senso per salvare il figlio dagli artigli della Lealtà Familiare e per donargli un talento che lo potesse aiutare a superare il karma dell’albero familiare. Se questo invito non viene raccolto il figlio si autocondanna a vivere la Giustizia del Tempo Madre, dove l’Albero riprenderà la sua predominanza.

Il Destino è la paura di dirigersi verso l’ignoto per mantenere lo status quo nell’Albero e perpetuare la differenza tra maschile e femminile. Nel destino la persona vive semplicemente quello che gli spetta secondo la GIUSTIZIA della RIPETIZIONE nell’albero, finché qualcuno non riuscirà a spezzare la “Coazione a Ripetere”.

Qui non c’è libertà, perché siamo nel regno della Fortuna e della Forza dell’attrazione sessuale: questi sono gli strumenti che utilizza l’Albero Generazionale per risolvere le antiche problematiche. Attrarre persone che abbiamo le stesse nostre questioni aperte, per poterle oggettivare, vedere insieme e tentare di risolverle. Ovviamente questo è molto difficile che conduca alla soluzione, perché due persone di due clan diversi che abbiamo i medesimi deficit emozionali, si possono sicuramente meglio comprendere, ma non si possono aiutare a risolvere quel tema, e così torneranno semplicemente a ripetere ciò che è già accaduto sull’albero.

Questo è valido oggi e doveva essere ancora più pesante un tempo, quando molti matrimoni erano combinati dai genitori e dove non c’era nessuna attrazione reciproca. Il sesso era vissuto come una specie di roulette russa.

Il DESTINO per una Femmina si manifesta sempre come Attrazione, capacità di attrarre il maschio migliore del branco, per avere la discendenza migliore. Il DESTINO per un Maschio si manifesta invece come Fortuna, come occasione favorevole, come gioco del caso.

Il Destino viene deciso dall’atto sessuale di nostro padre e di nostra madre che conduce al nostro concepimento. E’ il gioco sordo e ctonio dell’Attrazione che non conosce alcuna limite o soggezione.

Come avviene? Avviene attraverso l’interazione tra maschio e femmina

Ci sono tre parole del sanscrito da cui si pensa derivi l’etimologia della parola Destino o Fato. La prima è DASTAM che significa dire; la seconda è PADA e significa parola, canto, e la terza è DHA e significa porre.

Nel primo caso il maschio utilizza il potere della parola e la certezza del suo dire e la femmina viene affascinata dal suo parlare, dalla sua autorevolezza, dalla sua mascolinità. La femmina riconosce il maschile e non incrina la gerarchia pur nella distinzione dei ruoli, così che il figlio, che viene concepito in quell’incontro avrà sempre ben chiaro i termini gerarchici e sarà in grado con molta facilità di raggiungere i propri obiettivi. In questo primo destino il figlio riesce a riconoscere il proprio posto nel mondo, inserendosi nella gerarchia delle cose e grazie al reciproco riconoscimento del maschile e del femminile. Maschio e femmina si riconoscono e dunque decidono insieme di condividere questo concepimento. Il figlio è davvero l’erede legittimo dei due clan ed avrà tutte le possibilità per liberarsi dai legami generazionali.

Nel secondo caso il maschio mostra il proprio aspetto artistico ed il suo spropositato mal di vivere. La femmina viene attratta non dalla mascolinità, ma dalla possibilità di lenire il dolore del maschio. Si attiva una specie di superbia femminile da crocerossina, che si sente sempre in grado di riempire il vuoto di sofferenza e dolore del proprio partner. Il destino del figlio che viene concepito sarà quello di sentire sempre l’impulso a restare disponibile per ogni bisogno altrui, anche a costo di non vedere, né soddisfare il proprio. In questo secondo destino il figlio vive la vita come un servizio di disponibilità verso gli altri, perché nessuno dei due genitori lo ha pensato e riconosciuto. L’atto sessuale che l’ha concepito esprime il bisogno narcisistico del padre di riempire il proprio vuoto interiore ed il bisogno della madre di assecondare la propria superbia per lenire il dolore di chi non ha chiesto aiuto. Nessuno dei due vuole davvero questo bambino perché pensano alle proprie dinamiche e così lo lasciano liberano da ogni legame. Avrà problemi con il riconoscimento degli altri, come la sorte di un liberto che ha conquistato da poco la propria autonomia affrancandosi dalla schiavitù, ma che non sa ancora cosa fare della propria esistenza.

Nel terzo caso il maschio mostra il proprio bisogno di conquista e di possesso, il lato violento di chi non vuole essere contraddetto da niente e da nessuno. La femmina viene attratta dalla forza che non riesce a distinguere dalla violenza. E’ come se avesse bisogno di accettare qualcuno che la sopraffà. Qui c’è imposizione e anche la necessità di subire. Il figlio che verrà concepito in questo rapporto forzato, sarà costretto a onorare la violenza come ciò che gli ha permesso la vita e dovrà nella sua esistenza, riconoscere la forza della sopraffazione. Nell’ultimo esempio di destino il figlio si vive come un vero e proprio schiavo che, per timore di perdere la vita, accetta di perdere la libertà. L’atto sessuale è stato forzato da un lato e subito dall’altro. Qui il figlio è costretto a onorare sempre sia la vittima che il carnefice, perché comunque sono coloro che gli hanno dato la vita. Uno lo vuole e l’altro lo rifiuta, ma questo legame sarà difficilissimo romperlo finché sono in vita i genitori.

Domande:

  1. Cosa intendi per DESTINO? Come è stato vissuto nel tuo albero?
  2. Che cos’è la Fortuna per te? Come viene vissuta nella tua famiglia?
  3. Sei in un circolo vizioso in questo momento della tua vita?
  4. Ti senti inserita a forza in una situazione dalla quale non scorgi nessuna via di fuga?
  5. Che cosa sei riuscita a domare dei caratteri negativi della tua Genìa?
  6. Quanto ti senti distante dal destino dei tuoi genitori e dei tuoi avi?
  7. Come avverti che sia stata vissuta la sessualità dai tuoi antenati?
  8. Come sai domare e gestire la tua sessualità per servire oggi i tuoi desideri?
  9. In quali aspetti dell’esistenza le tue azioni nella vita hanno concluso e pacificato il destino dei tuoi avi?
  10. Sei alla fine di un ciclo o all’inizio di un altro?