LA SINDROME DI CHI DEVE ESSERE SEMPRE SINCERO
LA SINDROME DI CHI
DEVE ESSERE
SEMPRE SINCERO
Ci sono persone,
e oggi aumentano sempre di più,
che hanno necessità di essere sinceri
ed esprimere anche brutalmente
il proprio pensiero all’interlocutore.
Forse questa urgenza è vissuta
in particolare dai giovani
che possono e bramano esprimere
ciò che vogliono e ancora di più
ciò che non vogliono.
Visto da fuori sembra
un bisogno impellente di verità:
“Devo dire tutto quello che sento
e soprattutto quello che non mi va!”,
ma a ben guardare il fosforo di guardia
tradisce un’altra necessità.
In questo scaricare subito l’emozione
che si sta manifestando, la persona
si abitua a proiettare fuori di sé
tutto quello che non riesce a contenere,
cercando di esorcizzarlo ma,
proprio per questo,
potenziandone la valenza negativa.
Si ha difficoltà a comprendere che
“dire la verità” non significa “buttarla fuori”
o esternarla come fosse letame
o deiezione emozionale.
Sembra quasi che queste persone
non vogliano provare, né permanere
in nessuna emozione, come se
una minima incontrollata vibrazione
potesse danneggiarli.
Non intendono fare i conti
con nessuno stimolo emotivo
se non quello della sua espulsione:
“Te lo dico in faccia
così non provo più niente dentro di me,
tutto ciò che mi disturba
lo sparo fuori alla velocità della luce!”
“Dire la verità” è il nuovo modo
di vivere l’emozione:
“Non la faccio neppure approdare
sul bordo della mia pelle,
figurarsi se mi lascio attraversare da lei.
So che devo vomitarla fuori
QUELL’EMOZIONE
attraverso la parola.”
Il vero motivo per “dire la verità”
dovrebbe essere quello di palesarla
per rispettare il proprio vissuto
e mostrarlo al proprio interlocutore, ma,
in questo contesto, di “vissuto”
non c’è proprio nulla; è come attivare
l’apparato escretore,
senza essere neppure passati
da quello digerente.
E’ doveroso re-insegnare l’ovvio:
prima occorre ingerire il bolo emozionale
per poi distinguere ed elaborare
da quel magma, ciò di cui ho bisogno,
separandolo da ciò che occorre eliminare,
perché indigeribile o non necessario.
Ma questo lavoro di discernimento appare
a questi soggetti troppo oneroso
e impegnativo e,
grazie alla pulsione della sincerità,
è preferibile gettare il bambino
insieme all’acqua sporca.
Ma perché allora continuano a lamentarsi
di non trovare altro che persone fredde
e senza passione intorno a loro?
Perché non si domandano mai
dove sono loro stessi!?
O da che cosa permettono
di farsi attraversare?
Occorre sciogliere la paura
di non saper gestire
il confronto con gli altri
e rinunciare all’immaginario
della propria mente
dove l’emozione è soltanto
simulata o pensata.
Come si può scambiare per sincerità
l’equivoco tra la REALTA’
(l’emozione immaginata)
ed il REALE (l’emozione provata)?
Ma se rinunciamo
a prenderci la responsabilità
di ciò che proviamo, saremo costretti
a prenderci l’onere di ciò
che NON VOGLIAMO.
Se dimentichiamo di esprimere
e pensare a quello a cui
aspiriamo veramente,
ci costringiamo a comunicare
solo il nostro NON-VOLUTO.
Solo di questo diventiamo responsabili,
proprio di quel negativo che aborriamo.
Ma l’Universo ci manda e ci fa vivere
solo ciò di cui possiamo
prenderci la responsabilità
e chi vomita all’altro
(per amore di sincerità)
soltanto quello che non vuole,ciò che si manifesta nella materia
proprio quello che non vuole
è destinato a sperimentare.
L’energia funziona in questo modo
e già lo sappiamo:
prima è nel pensiero
quello che sarà poi nella materia.
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